Nike
Nelle fasi stagnanti del concorso per il Monumento a Verga, vanno maturandosi altri avvenimenti. In quel periodo ricorreva il 2700° anniversario dello sbarco dei coloni greci in Sicilia, provenienti da Calcide. Venne eletta una commissione a Naxos (Taormina) con l’incarico di ricordare l’avvenimento con un cippo o con un monumento. La commissione pensò subito a Mendola. Scrive l’Artista nel suo manoscritto: ...passai in rassegna molte idee che sorsero rapidamente nel cervello messo in movimento e ne afferrai una che sembrò molto valida: la vittoria alata di Samotracia... La immaginai come un ricamo di Burano, stagliarsi sullo sfondo del mare e cielo: una macrofiligrana attraverso i cui vuoti i due elementi potessero far giocare le loro seduzioni di luce e di colore. Di notte questa statua dalle arabiche volute dovrebbe sembrare sospesa nel cielo: una visione di intensa suggestività...
L'idea venne accettata con entusiasmo. Si giunse alla giornata in cui la Statua della Nike, in cera a perdere, venne presentata alla commissione e ad un gruppo di Greci venuti appositamente a Catania per esaminare l'opera che doveva ricordare l'avvenimento. I discorsi e le congratulazioni di tutti furono assai lusinghieri, si stabilì un gemellaggio tra Calcide e Naxos. Dopo qualche mese in cui si scelse a Naxos il posto e si preparò la base per installare la Nike, non senza piccole e grandi contrarietà, si giunse finalmente alla collocazione della Nike. Scriverà Mendola: ...sembra essere arrivata or ora dalla Grecia per diffondere la vecchia ma ancora vivida luce di quella civiltà che illuminerà i presenti e futuri popoli...
Il Mendola, che con una eccezionale padronanza dei mezzi espressivi, possiede pure una certa occulta e medianica forza di carattere vicina alla metempsicosi, trasferendosi idealmente nel tempo dell'antica civiltà greca, è riuscito a ricongiungersi con quello spirito remoto e a produrre un simbolo nuovo d'un passato ellenico...
(Da una recensione di Padre A. Corsaro)